l’azienda
L’amministratore delegato Vincenzo Rosino: il progetto non riguarda l’ampliamento del bacino dei fanghi rossi
La Giunta Regionale ha approvato ieri mattina il Contratto di Programma Eurallumina spa, su proposta dell’assessore alla Programmazione Ugo Cappellacci. «Si tratta di un insieme di progetti che la nostra azienda ha pensato per i prossimi anni, un piano di investimenti - dice l’amministratore delegato dell’Eurallumina Vincenzo Rosino - Il Ministero dell’Industria ha chiesto un parere alla Regione Sardegna sul piano di investimenti. Io non ho ancora visto la delibera e quindi non conosco i termini esatti previsti dalla Giunta regionale. Precisiamo comunque che il via libera arrivato in mattinata per il contratto di programma non equivale assolutamente all’approvazione del progetto del bacino dei fanghi rossi. Sono due capitoli completamente distinti». A prescindere dai dettagli, una cosa è certa: ieri mattina l’esecutivo regionale guidato da Italo Masala ha dato via libera al contratto di programma proposto dall’Eurallumina.
«Il Piano di investimenti è essenziale per garantire la continuità produttiva - ha detto l’assessore Cappellacci - e pone le basi per un successivo potenziamento della capacità produttiva dell’impianto, collegato peraltro all’attività delle altre aziende del comparto. L’investimento previsto è di circa sessanta milioni di euro. Quando si parla del futuro dell’Eurallumina non ci sono in ballo solo i suoi 400 dipendenti, più i 300 degli appalti. La produzione di allumina è il primo anello, collegato a filo doppio all’Alcoa, che produce il 75 per cento dell’allumino in Italia e che occupa 900 dipendenti».
L’approvazione del contratto di programma, con il suo piano di investimenti, potrebbe essere un passo avanti per salvaguardare l’occupazione nel polo industriale, un modo di guardare al futuro, mai così oscuro in un territorio che conta più di trentamila disoccupati.
Ma per l’Eurallumina resta comunque da risolvere la grana principale, un tema che suscita tante polemiche: l’ampliamento del bacino dei fanghi rossi di Sa Foxi. In attesa della decisione del Sivea sulla valutazione di impatto ambientale presentata dalla società di Portovesme, restano i malumori di una parte della popolazione di Portoscuso, in particolare nella frazione di Paringianu. Sotto accusa l’altezza del deposito di fanghi rossi prevista dopo i 15 anni di attività.
Quei trentasei metri non hanno convinto pienamente gli abitanti di Paringianu e il sindacato autonomo Cisal. Una soluzione alternativa è stata proposta dalla Provincia, che ha approvato un’ipotesi di accordo di programma presentata dal consigliere di opposizione Remigio Cabras, per il riutilizzo dei fanghi rossi. Usi alternativi già collaudati, ad esempio, in Australia, dove i fanghi rossi vengono utilizzati con successo nella bonifica di territori compromessi. A questo proposito l’azienda ha precisato di non essere contraria al riutilizzo dei fanghi, ma nell’immediato la soluzione (aziendale) privilegiata è quella dell’ampliamento del bacino dei fanghi rossi.
Scartata l’ipotesi dell’ampliamento verso il mare prospettata lo scorso anno, il progetto prevede l’ampliamento dell’attuale bacino di Sa Foxi, ma verso terra. I tempi per l’approvazione del progetto sono strettissimi: l’okay non può tardare perché entro i primi mesi del 2005 il nuovo bacino deve essere pronto ad accogliere i residui di lavorazione dell’allumina, i cosiddetti fanghi rossi, classificati dalla legge rifiuti speciali non pericolosi. L’okay al contratto di programma arrivato ieri dalla Regione guarda ad un futuro di investimenti, ma a Portovesme si attende con ansia la decisione finale sul progetto di ampliamento del bacino dei fanghi rossi.
Add to My Watchlist
What is My Watchlist?